Dalle frasi riportate, dobbiamo concludere che il PM mirava ad allargare il bene, dimenticandosi dei fini specifici della Famiglia Paolina? Certamente no. Per ora cito una frase; ma alla fine trarrò la conclusione che a me pare evidentissima: mirava ai nostri scopi, visti però in senso molto più vasto rispetto a come, purtroppo, siamo abituati a vederli in Casa. Ecco la frase: « La Famiglia Paolina, nel suo specifico fine, con simile ausilio troverebbe molto potenziato il suo Apostolato e accresciuta la sua influenza, utilizzando uno dei mezzi più moderni, efficaci, fruttuosi... Molto giovano i Cooperatori, se ben guidati dall'Ufficio apposito; moltissimo un Istituto che la fiancheggi e sia spiritualmente guidato dalla Famiglia Paolina » (S. Paolo, aprile 1958).
Fine specifico degli Istituti - Per i Sacerdoti: «Loro primo e principale dovere apostolico è quello assegnato dall'Ordinario del luogo. A tale scopo: 1) lo accetteranno volentieri, in spirito di obbedienza; 2) lo compiranno con generosa dedizione, secondo l'indirizzo e i desideri dell'Ordinario; 3 } lo lasceranno, anche con sacrificio, pur accettandone un altro meno gradito, se l'Ordinario lo giudica conveniente » (Statuto, art. 4).
Per i laici: « Il fine speciale dei nostri Istituti è molto ampio, si può dire che vi è compreso ogni apostolato: cinema, stampa, radio, televisione, scuola, azione cattolica, liturgia; tutti gli apostolati dei laici. Ogni apostolato possibile al laicato vi è compreso; nessuno è escluso » (S. Paolo, maggio 1968).
Significa allora che il PM non ha visto questi Istituti di aiuto ai nostri apostolati specifici? Tutt'altro. Ma, ripetiamo, li ha visti con un criterio molto più vasto per cui, dopo aver così espresso il fine specifico dei tre Istituti, non esita a dire: « I tre Istituti sono completamento della Famiglia Paolina. Nostri ausiliari: i Cooperatori semplici; ma ciò che è più perfetto, avere dei coperatori interamente consacrati, che diano
all'umanità Gesù Maestro Via Verità, e Vita, con la diffusione del pensiero cristiano, particolarmente in forma moderna » (S. Paolo, dicembre 1958):
Quest'ultimo pensiero, che il PM ha pure più volte ripetuto e pubblicato nelle circolari interne degli Istituti, è uno dei pensieri che i membri hanno ritenuto più qualificanti della loro consacrazione specifica.
Governo degli Istituti - Non c'è alcun dubbio che il Fondatore abbia visto la necessità che il Superiore Generale di questi tre Istituti sia lo stesso Superioe della PSSP. « Entrano a completare la Famiglia Paolina: l’Istituto Maria SS.Annunziata, l'Istituto S. Gabriele Arcangelo, l'Istituto Gesù Sacerdote. Questi sono parti della P. Società S. Paolo. Dipendono, secondo le proprie regole, dal Superiore Generale di essa; hanno l'approvazione pontificia e definitiva (« Ut perfectus sit homo Dei », vol. 3°, pag. 184).
« Riguardo ai nostri tre Istituti secolari: Gesù Sacerdote per il clero diocesano, le Annunziatine e i Gabrielini: ne hanno cura i Superiori Provinciali, tanto per il reclutamento come per la formazione dei membri, anche per quello che riguarda le Annunziatine. La corrispondenza va inviata al Primo Maestro, o al Vicario Generale, o all'incaricato D. Amorth Gabriele » (S. Paolo, agosto 1962).
Così stabilisce l'attuale Statuto: Art. 83 - « Il Superiore Generale della Pia Società S. Paolo è anche Superiore Generale dei tre Istituti: Gesù Sacerdote, S. Gabriele Arcangelo, Maria SS. Annunziata; ma può delegare i suoi poteri, a norma del presente Statuto. Il Vicario Generale della Pia Società S. Paolo è anche Vicario Generale dei tre Istituti ». Art. 84 - « I Superiori Maggiori della Pia Società S. Paolo, congrua congruis referendo, in nome del Superiore Generale, esercitano poteri di Superiori Maggiori anche dell'Associazione aggregata, nelle loro rispettive Province ».
A proposito del Governo, confermo anche, come conforme al pensiero del Fondatore e da lui suggerito, quanto scrissi in tre fogli ciclostilati e distribuiti ai membri del nostro Capitolo Generale:« E' necessario che le Costituzioni parlino dei tre Istituti aggregati ».
Il pensiero dei membri
Dopo 12 anni che gl'Istituti vivono e si sviluppano, e che hanno raggiunto anche un certo numero , di Professi Perpetui, è doveroso ascoltare anche il loro parere, e non tradire quanto essi hanno giurato coi voti, e la Congregazione ha ufficialmente accettato.
Il pensiero dei membri è ben riassunto nell'abbozzo di Statuto che i membri stessi hanno compilato, corretto, rifatto in più stesure, secondo le consultazioni prescritte dall'« Ecclesiae Sanctae ». Tale abbozzo di Statuto è stato distribuito ai membri del Capitolo Generale, in attesa di essere presentato alla S. Sede per l'approvazione definitiva (l'approvazione decennale è scaduta 1'8 aprile 1970, ed è stata chiesta una proroga, per poter presentare lo Statuto revisionato al Capitolo Generale, prima che alla S. Sede).
Due conclusioni di particolare importanza:
1) Riguardo al Governo - I membri, all'unanimità, vogliono che il loro Istituto resti aggregato (in senso canonico, nella persona del Superiore Generale e dei Superiori Maggiori) alla PSSP. Si sentono e vogliono essere « paolini ». Per questo sono entrati nei nostri Istituti scegliendoli a preferenza dei tanti altri esistenti. Questo concetto, oltre che nello Statuto che presentano, è stato chiaramente espresso a D. Crovella quando, a nome del Capitolo Generale, ha direttamente interpellato gl'interessati su questo argomento.
2} Riguardo al fine speciale - I membri, all'unanimità, desiderano (per molti, « esigono ») che il fine speciale resti quello sempre insegnato dal Primo Maestro, espresso nell'attuale Statuto, e che non venga mutato con restrizioni che lo modificherebbero sostanzialmente. Ciò risulta chiaramente, oltre che dallo abbozzo di Statuto presentato, dalle risposte scritte alle inchieste e dalle discussioni che hanno determinato tale compilazione.
Fisionomia specifica dei tre Istituti
Vorremmo concludere esprimendo il nostro parere sulla fisionomia che caratterizza i tre Istituti. Avendo lavorato ad essi più che ogni altro, a fianco del Primo Maestro di cui ci siamo sforzati di attuare
l'intendimento, e conoscendoli più di ogni altro, pensiamo bene di poterlo fare.
Con la fondazione dei tre Istituti, non si è voluto fare di tali membri una quinta colonna della PSSP, se si intende questo in senso stretto e piccino (quanti miei libri vende? Quante vocazioni mi introduce? ).
Il Sacerdote diocesano resta tale; se no si svisa la sua figura.
Il consacrato secolare non diventa un religioso paolino nel mondo; se no lo si snatura. E' pienamente consacrato e pienamente paolino; ma secolare.
Ma ogni membro dei tre Istituti riceve questa impronta:
1) La nostra spiritualità. E ciò è già tutto un programma di vita, se sappiamo vedere la nostra spiritualità com'è ( e come D. Roatta è andato predicando): non solo rivolta alla vita interiore, ma movente di ogni azione, e prima di tutto di ogni azione apostolica.
2) La nostra sensibilità agli strumenti della comunicazione sociale. Entrano in tutti i campi e in tutte le attività. Dal loro uso, ci dice il Concilio, dipende l'avvenire dell'umanità. Mi pare evidente quello che il PM ha inteso fare, e che cosa si attende da questi Istituti. Ha capito che il nostro fine, se lo intendiamo nella sua completezza, non sta solo nel diffondere copie di Famiglia Cristiana o di Bibbia, ma sta nel creare (perché non esiste tra i cattolici) tutta una nuova sensibilità agli strumenti della comunicazione sociale.
Qui sta il nostro compito formativo. Indubbiamente abbiamo trovato utile non il costringere tutti a fare l'apostolato della stampa (che sarebbe impossibile), ma a partecipare tutti ad iniziative particolari: l'anno biblico (varie Nunziatine hanno diffuse, da sole, oltre 1000 copie di Bibbia); un anno si fece la campagna per il Giornalino; ogni anno cerchiamo d'impegnare tutti i membri alla Giornata Mondiale indetta dallo Episcopato.
Lo studio obbligatorio, e l'applicazione, dell'Inter Mirifica dovrebbe essere un dovere di tutti; ma in realtà, per i membri dei nostri Istituti, è anch'esso un impegno che li caratterizza.
Senza però escludere gli apostolati delle altre Congregazioni Paoline, perché questo andrebbe contro la chiara volontà del Fondatore.
Altri aiuti diretti dipendono dal progressivo « entrare » dei membri nell'atmosfera della Famiglia Paolina.
D. AMORTH
(Il tutto è stato letto e approvato da D. Lamera e da D. Brazzo. D. Lamera ricorda ancora, tra le fonti
del pensiero del Primo Maestro, una serie di articoli che pubblicò su « Vita Pastorale » nel maggio-giugnoluglio-agosto-settembre-ottobre del 1954 e nel giugno, luglio e dicembre del 1958. Oltre agli articoli, più noti, scritti nel 1959.
Circolare IMSA Marzo 1971 |