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Gli ultimi momenti
Le giornate che precedettero la fine, furono trascorse dal Primo Maestro serenamente, sul ritmo ormai consueto di preghiera, brevi pause di riposo, rapidi incontri con quanti lo andavano a visitare. Appariva quanto mai Padre buono, a tratti molto tenero, in buona forma tenendo conto dell'età e della difficoltà ad esprimersi.
I primi accenni della crisi si presentarono lunedì 22 novembre, con, la comparsa di un lieve catarro bronchiale, che parve facilmeme superabile, come altre volte. Verso le 11 di martedì 23 novembre, l'ottimo medico curante ( l'infaticabile Dott. Bussetti, un vero grande amico), costatato il rapido diffondersi del catarro e la difficoltà della respirazione, iniziò la somministrazione dell'ossigeno. A mezzanotte di mercoledì 24 l'affezione catarrale si aggravò, rendendogli molto faticosa la respirazione, con lievi collassi, sempre più frequenti e .preoccupanti.
Giovedì 25 novembre - Verso l'una di notte sopraggiunse la prima grave crisi: si trattava chiaramente di broncopolmonite. Parve imminente la fine, tanto che per la prima volta Fratel De Blasio e Madre Giuditta (li ricordate tutti, dato che in questi anni sono stati i preziosissimi e fedelissimi assistenti del Primo Maestro) si credettero in dovere di convocare al suo capezzale i Superiori e quanti gli erano più vicini. D. Zanoni impartì l'assoluzione e amministrò l'Olio degli Infermi. Subito dopo iniziò la S. Messa nell'altarino dello studio attiguo, dove il Primo Maestro celebrava quotidianamente in questi ultimi anni, e dove ha celebrato fino a mercoledì mattina. Poi su quell'altarino si susseguirono le Messe quasi ininterrottamente per quel giorno e per il giorno seguente. Gli fu amministrato anche il Viatico, che il Primo Maestro ricevette fervorosamente, anche se con fatica e in preda a crescenti difficoltà. Verso le ore sei egli sussurrò, nel linguaggio che era ormai intelleggibile solo a Fratel De Blasio e a Madre Giuditta: « Muoio! Paradiso ». E dopo circa un'ora disse:
« Prego per tutti ».
Pregava infatti, come si capiva chiaramente dal movimento delle sue labbra e dalla risposta immediata quando Madre Giuditta lo invitava a recitare l'Ave Maria e a baciare il Crocifisso, la corona, la statuetta di S. Giuseppe. Spontaneamente, per conto suo, ripeteva sempre flebilmente: « Ave Maria... Ave Maria... ». Furono le sue ultime parole chiaramente distinte.
Credo, e sono spinto a questo dal parere del Dott. Bussetti, che abbia sofferto moltissimo e quasi sempre con lucidità Certo la lucidità era a sprazzi, nelle ultime ore. Fu durante uno di questi momenti di lucidità che diede il suo ultimo addio e l'ultima benedizione ai suoi figli. Dopo l'Ave Maria coloro che lo assistevano gli chiesero la benedizione. Aiutato da Fratel De Blasio alzò la mano e benedisse; poco dopo, da solo e con grande fatica, alzò lievemente il braccio e tracciò un segno di croce, cercando affannosamente di dire qualcosa; ma nessuno ha potuto comprenderlo chiaramente.
Durante la giornata le sue condizioni rimasero presso che stazionarie, con crescente torpore e fatica respiratoria, ma il cuore reggeva perfettamente (un cuore d'acciaio! - diceva il medico), tanto che il cardiologo gli riscontrava i valori circolatori presso che normali.
Venuto a conoscenza della gravità del male, il S. Padre ha fatto telefonare ripetutamente, e per due volte pregò che gli fosse impartita la benedizione apostolica.
Nel frattempo, incontenibile, raccolta e fervorosa si succedeva intorno al suo capezzale la folla dei suoi figli e delle sue figlie, da Roma e dalle case vicine: una mesta sfilata di preghiera, che giorno e notte continuò senza soste. Anche le Nunziatine di Roma hanno generosamente partecipato.
Venerdì, 26 novembre - Una seconda crisi, che parve stroncare l'incredibile resistenza di quel cuore, sopravvenne nelle prime ore della mattinata. Ma l'organismo reagì ancora positivamente alle energiche cure. Verso le ore 9 parve superata l'affezione polmonate; però il cuore era rimasto sfibrato dallo sforzo.
Intanto dal Vaticano fu annunciata la Visita del S. Padre, che giunse alle 17, raggiunse subito la camera dell'infermo, gl'impartì l'assoluzione sacramentale, lo benedisse, ci benedisse, poi si fermò un momento a guardare il vecchio scrittoio di D. Alberione: « Questo è il suo studio? » domandò; poi scrisse così sulla prima pagina di un registro: « In nomine Domini. Paulus PP VI. 26-XI-1971 ». Salutò i membri della Curia Generalizia, le Superiore Generali e i rappresentanti delle Istituzioni paoline, scese in cortile dove erano radunate le comunità. Benedisse tutti. Volle sostare brevemente nella Cripta e nel Santuario della Regina degli Apostoli, che ricordava ancora nei suoi dettagli decorativi, da una visita che vi fece vent'anni fa.
Il Primo Maestro continuava intanto ad aggravarsi. Pur non potendo manifestarsi con chiarezza, durante gli ultimi momenti parve partecipare intensamente alla invocazione a lui cara: «,Gesù, Giuseppe e Maria... ». La sua vita non era ormai che una debolissima fiamma. Si spense esattamente alle 18;25.
Rivestito degli abiti sacerdotali con camice e pianeta viola, il suo volto era ritornato pienamente sereno. Stringeva al petto la corona, il Vangelo, le Costituzioni. Così lo ricordiamo nell'ultimo riposo, noi che abbiamo avuto la grazia di vederlo, prima che venisse tumulato nel sottocripta, sopra la tomba del Servo di Dio, D. Timoteo Giaccardo, di fronte alla Prima Maestra Tecla Merlo, prima Superiora Generale delle Figlie di S. Paolo. Lì anche voi, quando siete di passaggio per Roma, potrete pregare accanto alle sue spoglie.
Una richiesta
Sono grato a quanti e a quante vorranno scrivermi un loro personale ricordo del Primo Maestro: forse un incontro, una predica che ha colpito di più. Qualcosa che vi ha fatto bene o che è stata per voi un indice della sua unione con Dio. Intanto, pur essendo moralmente certi che sia in Cielo a intercedere per noi, preghiamo per lui.
D. AMORTH
Il S. Padre ha subito inviato a D. Zanoni questo telegramma: « Mesto annunzio dipartita Don Giacomo Alberione appreso con cuore commosso dal Santo Padre che soffermando suo pensiero sugli edificanti esempi lasciati in preziosa eredità dal defunto eleva fervide preci per invocare dal Signore meritato premio Servo buono et fedele della Chiesa et delle anime. Nel manifestare vivo cordoglio a Pia Società San Paolo Congregazioni et Istituti che costituiscono Famiglia Paolina per dolorosa perdita loro Fondatore... Sua Santità imparte singoli membri et congiunti estinto confortatrice particolare Benedizione... - Cardinale VILLOT ». |