Tenendo presente questi tre elementi ci è facile capire la posizione giuridica dei, nostri Istituti, quali sono stati approvati dalla S. Sede. Essi sono Istituti aggregati alla Pia Società S. Paolo. Essi non costituiscono una semplice Associazione Pia, ma una Associazione « specifica e peculiare, i cui membri abbracciano la vita di perfezione evangelica a norma della Costituzione Apostolica " Provida Mater ". Queste sono le parole del Decreto d'approvazione. Quindi, come scrivemmo nel Direttorio (art. 5 e seguenti), i membri s'impegnano a vivere integralmente conforme alla " Provida Mater " e agli altri documenti che la completano.
Hanno allora il nome di " Istituti Secolari "? No, perché non hanno l'autonomia di governo, in quanto il loro Superiore Generale è lo stesso Superiore Generale della Pia Società S. Paolo; e abbiamo visto che la S. Congregazione dei Religiosi è attualmente piuttosto restia ad approvare come Istituti Secolari veri e propri degli Istituti che siano aggregati, come governo, a una Religione. Allora il Decreto d'approvazione ha sì approvato i nostri Istituti come impegnati a vivere integralmente conforme alla " Provida Mater "; ma non li ha approvati con la forma giuridica di Istituti Secolari autonomi, ma con la forma giuridica di Istituti aggregati alla Pia Società S. Paolo, come opera propria e unita ad essa, conforme ai canoni 497 § 2 e 686 § 3.
Vi potrete chiedere a questo punto: Che differenza c'è? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi, tra essere Istituto Secolare indipendente ed essere Istituto aggregato?
Sostanzialmente non c'è nessuna differenza; è solo una distinzione giuridica, con conseguenze solo giuridiche (ad esempio, riguardo a intestare proprietà all'Istituto), In entrambi i casi si tratta di vero stato di perfezione canonica, ossia di consacrazione totale, stabile, riconosciuta dalla Chiesa e da essa regolata. L'Istituto aggregato ha in più tutti i vantaggi di essere appoggiato a una solida Religione: e questo è molto importante non solo per l'incremento iniziale che ha consentito al nuovo Istituto di nascere, ma più ancora per l'appoggio di formazione e per la garanzia di continuità. Saremmo ciechi a non riconoscere che di Istituti Secolari, in questi soli 21 anni di vita, ne sono sorti tanti, ma ne sono anche già morti tanti!
Molto più che l'aggregazione non dà luogo a un ibrido miscuglio, ma lascia piena libertà all'Istituto aggregato di avere la sua chiara individualità.
Anche 1'Istituto aggregato ha uno Statuto suo proprio, ha i suoi scopi e i suoi mezzi spirituali, ha una sua organizzazione, una sua amministrazione, una sua approvazione dalla Santa Sede. In pratica è quindi un Istituto autonomo, tranne nella persona del Superiore Generale, che è lo sesso Superiore Generale della Pia Società S. Paolo, ovviamente egli esercita la sua funzione nominando uno o più suoi delegati; conforme al bisogno.
Teniamo presente ciò che unisce alla Pia Società S. Paolo e ciò che ogni Istituto aggregato ha di proprio, per capire i reciproci rapporti. Non è che ogni Sacerdote della Pia Società S. Paolo possa ingerirsi e dare ordini a membri di Istituti aggregati: ma solo i l Superiore Generale o i suoi delegati, e i Superiori Provinciali (le Province corrispondono alle Nazioni o a gruppi di Nazioni). E non è che i membri degli Istituti aggregati possano ritenere proprie le cose della Pia Società S. Paolo: libri, case per alloggiare, ecc. Le amministrazioni sono separate; si tratta sempre (di Istituti distinti. Diciamo queste cose perché è preziosa l'unione e la collaborazione; ma è dannosa la confusione.
Un'altra applicazione. Dovremmo tradurre in norme pratiche l'art. 18 dell"'Ecclesiae Sanctae ", che abbiamo riportato nell'articolo precedente, riguardo alla partecipazione di tutti al governo dell'Istituto, è evidente questo: non è che gl'Istituti aggregati possano influire sulla nomina del Superiore Generale della Pia Società S. Paolo, o dei Delegati di cui questi si vuole servire; sarebbe un'indebita ingerenza in un altro Istituto. Mentre invece sarà richiesta la partecipazione di tutti per stabilire quelle cariche riservate ai membri dell'Istituto (Delegati o Fratelli Maggiori, ecc.); e a questi saranno affidati compiti di sempre maggiore responsabilità, come lo stesso Motu Proprio raccomanda.
Don Amorth
(Da " Siate perfetti », dicembre 1968)
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