Maturità Affettiva

L'autrice di questo articolo, Carla,- appartiene ad un altro Istituto Secolare, e si rivolge alle sue compagne d'Istituto. Ciò che dice mi pare pienamente valido e utile anche a voi. Perciò lo pubblico, certo che Carla sarà contenta di avere fatto del bene anche a voi. (Don Amorth)

Alcune di noi negano l'importanza dell'affettività nella loro vita, altre la accantonano, poche la
Sviluppano e la maturano in ordine alle proprie scelte.
Le  conseguenze delle prime due posizioni sono negative per la vita della consacrata; i conflitti
psícologici non risolti, aggiunti a una super attività, sfociano  spesso in innumerevoli forme di esaurimenti e di malattie varie. Secondo me, ogni vita consacrata a un ideale, come la nostra, richiede un fondamento di felicità e l'affettività c'entra per gran parte.

L'affettività si sviluppa dalla prima infanzia alla vita adulta e deve armonizzare con l'attuazione progressiva della personalità, assicurando così una tranquillità sempre crescente, che si esprime in un ottimismo spontaneo e durevole. Questo ottimismo ha il tono della speranza e dell'attesa, si manifesta soprattutto nella disponibilità all'impegno personale.
Un riuscito sviluppo affettivo struttura saldamente la scala dei valori e la donna ne ha particolarmente bisogno per la sua natura parzialmente ciclica. L'evoluzione dell'amore « che prende » all'amore « che dà,» dipende da un armonioso sviluppo della vita affettiva, che è assicurato (o non) da un complesso di circostanze e di fatti.
Spesso frustrazioni o fissazioni affettive possono coesistere anche con una grande cultura e un efficiente rendimento professionale. Ma presto o tardi arriva il giorno in cui ci si trova davanti a un avvenimento inatteso che sembra il crollo di tutta una personalità, L'intenso sforzo fatto per parere semplici nonostante le difficoltà affettive (incapaci di cordialità e spontaneità) crolla tutto d'un tratto in tali donne.
Per la nubile verso la trentina, cominciano le difficoltà perché la affettività reclama una evoluzione piena. Al momento della menopausa l'affettività femminile entra in crisi. Anche se non ha avuto frustrazioni o fissazioni, la donna nubile è presa dal panico in campo affettivo. Uno degli aspetti primari della psicologia femminile, che è la forte coscienza del proprio corpo e il bisogno della sua valorizzazione, non si è espanso e questo si paga in questi anni di transizione. Il bisogno affettivo della donna nubile si esprime con la depressione, caratterizzata dal bisogno di piangere e dalla ricerca di solitudine. L'ego­centrismo della solitudine complica i contatti sociali e il dono di sé agli altri diviene in conseguenza difficile. Forme di durezza, di gelosia, di aggressività, di pigrizia o di difficoltà sessuali sono espressione di un estremo bisogno affettivo che, nella donna che esercita autorità, può manifestarsi con: severità di giudizio, rigidezza nell'applicazione delle norme, assenza di comprensione e di calore umano nei contatti.
La vocazione della donna nubile deve essere radicata nel profondo dello spirito e del cuore perché sia favorito lo sviluppo di un'autonomia cosciente. Riconosco che a questo punto dovrei cercare gli elementi positivi che favoriscano la strutturazione del celibato laico femminile, ma l'argomento richiede un'ampiezza tale che esula dal mio scopo. Mi basta ricordare che il celibato della donna si colloca nella coscienza e nel riconoscimento di un profondo rapporto con Dio. Le tendenze sessuali non sono soppresse per questo. Il superamento della sessualità è un orientamento di vita positivo, quando è attuato con conoscenza di causa e verificato in funzione di un profondo senso di Dio. E come tale deve essere riconosciuta, ma anche completamente valorizzato e vissuto.
La consacrazione a Dio, al servizio degli uomini, rivela una grande comprensione del significato dell'esistenza umana e presuppone un fermo orientamento verso tutti i valori che a Dio si riferiscono.
La crescita affettiva esige una ricerca di « amare » veramente, più che « essere amate », e presuppone in noi l'attitudine a entrare in comunicazione con gli altri e la crescita verso un impegno libero e responsabile. Più siamo capaci di una comunicazione vera e di un impegno assunto personalmente, più scopriamo che questa maturità affettiva ci aiuta a godere, in assoluta libertà di tutto quanto la vita ci offre. Oggi è difficile formare delle persone e più difficile ancora è formare delle giovani in ordine a una vita di consacrazione secolare. Chi ha questo compito deve sapere che formare delle donne al nostro tipo di vita vuol dire anche porre delle leggi da adulti, coordinate alla carità, che saranno accettate volentieri, perché permetteranno di orientare il cuore e gli atti verso la perfezione dell'amore e non verso l'amore della perfezione.
La libertà adulta presuppone la capacità di riconoscere sé, gli altri, Dio e le realtà della vita così come sono.
Assumersi la propria autonomia costa; bisogna sottrarsi ai comportamenti rassicuranti e rischiare di non essere sempre compresi, di fare errori che ob­bligheranno a rivedere la propria mentalità e il pro­prio modo di agire.
Auspico quindi che tale formazione delle giovani si ispiri all'esperienza della tradizione e alle scoperte, socio-psicologiche moderne, sempre rimanendo centrata sull'essenziale: l'amore del Signore e del prossimo.
Perdonate il mio ardire, ma sono del parere che la comunità si fa mettendo a disposizione le proprie capacità, le proprie opinioni, le proprie esperienze ed anche i propri limiti. Ho cercato di farlo e spero di non essere fraintesa.   

Carla 

Circolare Luglio-Agosto 1972