Ricevo notizia da San Salvador - 25/5/2008 ***** Sento di comunicarti che la la nostra sorella Irene Osorio, (che era quella che scriveva a te riguardo a Maria Mancenido Pilar) il Signore l’ha chiamata a ricevere il premio eterno il giorno 23 di maggio alla 1:30 am , un infarto al miocardio. ***** Estimada Angelina, Traduzione da Spagnolo verso Italiano 12/06/2008 23.51 |
PAGINA IMSA SAN SALVADOR
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APOSTOLATO PAOLINO - A EL SALVADOR, CRISTO CONTINUA A SOFFRIRE di JUAN MANUEL GALAVIZ UN PICCOLO PAESE MARTORIATO Nella Terra del Vescovo Martire, Oscar Arnulfo Romero, le Annunziatine svolgono l’apostolato con una marcata impronta nel campo della pastorale sociale, oltre all evangelizzazione con i mezzi della comunicazione. El Salvador è il più piccolo tra i paesi centroamericani: appena 21,041 chilometri quadri, la metà della Svizzera! Ma ha una popolazione di oltre 7.200.000 abitanti, quasi uguale a quella svizzera. Possiede la più alta densità di popolazione in America Latina: 318.66 abitanti per chilometro quadro. Altro primato che corrisponde a El Salvador è il fatto di essere l’unica nazione al mondo col nome di Cristo. Ciò avviene anche nella città capitale: San Salvador, e nella cima più alta: Monte Cristo (2416 m.). Sarà per questo che El Salvador è anche un paese martoriato? El Salvador è colpito da frequenti terremoti: di particolare intensità fu quello del 1986, che distrusse gran parte della città capitale; quello del 13 gennaio 2001, che provocò uno scollamento di terra che seppellì più di 800 persone, e quello di febbraio dello stesso anno, che fece 255 vittime e lasciò senza tetto centinaia di famiglie povere. Più grave che i movimenti tellurici e altri disastri naturali sono stati, nella storia di El Salvador, le lotte interne e le conseguenze dell’ingiustizia sociale e del sopruso. |
Nel 1932, il presidente Generale Maximiliano Hernández, soffocò con l’intervento dell’esercito un sollevamento di contadini e indigeni; il saldo fu di 30.000 vittime. In date più vicine a noi - dal 1980 al 1992 - si prolungò una implacabile guerra civile tra un governo di estrema destra e una guerriglia di estrema sinistra. Saldo finale: 75.000 vittime. Non dimentichiamo che fu nel 1980 - il 24 marzo - quando fu trucidato il vescovo Oscar Arnulfo Romero. La vigilia del suo martirio, egli aveva lanciato, nella cattedrale di San Salvador, un accorato appello agli uomini dell’esercito e più direttamente alle basi della Guardia Nazionale della polizia e delle caserme: "Fratelli, che fate parte del nostro stesso popolo, voi uccidete i vostri stessi fratelli i contadini! Invece, di fronte a un ordine di uccidere dato a un uomo deve prevalere la legge di Dio che dice: Non uccidere! Nessun soldato è obbligato o obbedire a un ordine che va contro la legge di Dio (…) In nome di Dio, e in nome di questo popolo sofferente, i cui lamenti salgono ogni giorno più tumultuosi fino al cielo, vi supplico, vi prego, vi ordino: basta con la repressione!" Una pace inesistente se non c'è giustizia La pace firmata nel 1992 tra le parti belligeranti ha dato inizio ad un nuovo periodo nella storia salvadoregna, ma si è lungi da poter affermare che la giustizia sociale e il benessere dell’intera popolazione si stia avverando. Un problema gravissimo di El Salvador è la disuguaglianza nella distribuzione del profitto nazionale. Facciamo un esempio: nel 1999, la quinta parte più ricca della popolazione accaparrò il 45% del profitto nazionale, mentre alla quinta parte più povera corrispose appena il 5.6%. Il 1 gennaio 2001 il Governo mise in atto un nuovo piano monetario, per cui il dollaro statunitense divenne la moneta di circolazione legale; nel 2004 il colón salvadoregno smise di circolare. La popolazione in genere accettò l’adozione del dollaro, ma i salari non migliorarono, mentre ogni cosa aumentò di prezzo. Il modello neoliberale ha prodotto a El Salvador qualche buon risultato a livello di macrocommercio, ma ciò non si riflette nel livello di vita dei salvadoregni, soprattutto della maggioranza povera. I pochi ricchissimi, si sa, sono sempre al riparo e persino ottengono guadagno da ogni nuova situazione. Gruppi economici locali e stranieri hanno concluso, alla fine del 2006, la vendita della maggior parte delle azioni bancarie del paese, a dei giganti dell’economia internazionale. Molti salvadoregni emigrano negli Stati Uniti - quasi sempre in forma illegale - per cercare là un lavoro talvolta pesante e insicuro, ma certamente più redditizio da quel che avevano - se lo avevano - nel proprio paese; con le divise che poi fanno arrivare a El Salvador contribuiscono decisamente a compensare il deficit commerciale. All’inizio del 2004, vivevano fuori di El Salvador circa 3.1 milioni di salvadoregni, quasi tutti negli Stati Uniti, ma un certo numero anche in Canada, in Australia, in Svezia, in Italia, o in altri paesi del Centro America, come Honduras, Guatemala e Belice. A El Salvador, Cristo continua a soffrire. Le Annunziatine a El Salvador Nessuno, che io sappia, si è occupato ancora di scrivere la storia delle Annunziatine a El Salvador. Nello stesso mondo paolino molti ignorano la loro presenza e attività apostolica nella piccola repubblica. È ben giustificato, quindi, lo spazio che la rivista ora dedica a loro. L’Istituto fu promosso da una ex-Figlia di San Paolo, Pilar Manceñido che, nel 1962 arrivò al El Salvador con degli orientamenti e facoltà particolari ricevute dallo stesso Fondatore Don Alberione. (Vedi l’interessante foto della prima Annunziatina Pilar Manceñido con Don Alberione il 4 luglio 1963 in Mexico). Grazie alla sua sensibilità sociale, al suo ardore di evangelizzatrice e alla sua capacità organizzativa poté fin dall’inizio motivare le Annunziatine salvadoregne ad uno slancio apostolico che, alla diffusione del Vangelo, aggiunge un forte e intelligente impegno nella pastorale sociale, tanto necessaria nella nazione. Ancora oggi sussistono varie delle molte "cooperativas" da loro costituite e organizzate per aiutare e perché si aiutassero le diverse categorie di lavoratori. Alla loro libreria di San Salvador, sorta abbastanza presto, se ne aggiunse una a Managua, capitale del vicino Nicaragua: questa seconda libreria prestò servizio dal 1968 al 1972, quando un terribile terremoto la ridusse in polvere. Ebbero poi una libreria a Santa Rosa de Copán (Honduras), che lasciarono per occuparsi di un’altra a Tegucigalpa, capitale honduregna. Attualmente, l’impegno più forte di pastorale sociale lo svolgono a San Vicente, uno dei 14 "Departamentos" in cui è diviso El Salvador. A capo di questo molteplice servizio, che abbraccia promozione integrale delle persone, aiuto sanitario, opera assistenziale, istruzione e catechesi, lavora intensamente Juanita Ponce, in condizioni davvero eroiche, ma animata sempre dalla "duplice fiamma" dell’amore a Dio e l’amore al prossimo. Qualcuno ha osato definirla "la Madre Teresa de El Salvador", ma lei ha reagito dicendo: "È un peccato che diciate questo. Come potete paragonare me, indegna serva di Nostro Signore, con Madre Teresa, che era una santa?". Della santità, nessuno può giudicare: solo Dio conosce ciò che ognuno è al suo cospetto. Ma la testimonianza, le buone azioni, la carità vissuta con le opere e non solo con le parole, questo fu comandato dal Maestro divino, ed è a gloria sua il farlo conoscere, e muovere il prossimo a fare altrettanto e anche ad aiutare a chi sta spendendo la propria vita per il prossimo. Se Cristo soffre a El Salvador, occorre che ci siano pure gli "angeli consolatori", vale a dire gli operatori della pace, i promotori della giustizia e del progresso integrale. Mi scrive, in data recente, una delle Annunziatine di El Salvador: "Nel nostro paese c’è un marcato clima di violenza; questo significa delitti, estorsione, assalti, ecc. Diventa sempre meno sopportabile questa situazione, che va di male in peggio, per cui chiediamo le vostre preghiere. Qui i Vescovi hanno proposto novenari di Messe a favore della pace…" Un’altra mi confida: "Qui il salario oscilla tra i 380 e i 415 dollari al mese, e ogni cosa risulta cara. Persino le persone che sono impiegate vivono in condizioni di grande limitatezza. La realtà è che nel nostro paese la ricchezza è accaparrata da 7 o 8 famiglie, padroni di quasi tutta la terra. È un vero caos, e tantissime famiglie soffrono l’estrema povertà". Ho saputo, anche in data recente, che è stata rubata loro la macchina che avevano a San Salvador, e pure una pickup che serviva loro per il servizio sociale a San Vicente, all’interno del paese. Cristo continua a soffrire a El Salvador! Juan Manuel Galaviz Dal Cooperatore Paolino N.3 Marzo 2007 |
Da una Circolare delle Annunziatine Italiane del 1964: Notizie dall’estero A S. Salvador il gruppo delle Annunziatine, guidato dalla zelantissima Maria Pilar Mancenido , sta facendo miracoli. Il 20 agosto scorso hanno inaugurato solennemente e benedetto una libreria; altre librerie S.Paolo sperano di aprire nell’America Centrale. Dietro loro impulso, sta nascendo anche l’Istituto Gesù Sacerdote e l’Istituto San Gabriele Arcangelo. Don Amorth Una visita a S.Salvador Per incarico del P.Maestro, il sacerdote Paolino don Spoletini, che risiede a Caracas e segue con tanto amore i nostri Istituti, è andato a San Salvador per alcuni giorni. Ha predicato gli esercizi spirituali e ha visitato il gruppo delle Annunziatine là sorte. Ecco alcuni brani della sua relazione. Membri –Attualmente le Annunziatine che vivono in comune sono 5: la Direttrice, 2 Novizie (una del posto e l’altra messicana), e 2 Postulanti. Dai primi di gennaio hanno affittato una casa: luogo sano, sufficientemente grande e molto adatta anche per i ritiri, scuole, ecc. Presto avranno la cappella. Durante gli esercizi, ne abbiamo improvvisata una, per cui abbiamo celebrato Messa in casa. Un gruppo di cooperatori si è incaricato di regalare la cappella. |
Circolare di Marzo 1966 Dal Guatemala ( Ci scrivono dal Guatemala le Annunziatine di S. Salvador). Carissime Consorelle, vi stupirà ricevere il mio saluto dal Guatemala. Si, sono qui in una missione indigena, tra la tribù Joncomchiè, nella montagna dell’Alta Vera Paz. E’ un posto bellissimo, che non ha niente da invidiare alle vostre Dolomiti o ai Laghi della Svizzera. Come mai sono qui tra gl’indigeni? Neppure io lo so. Sono finezze che il Signore usa con noi, poveri peccatori. Sono qui da una quindicina di giorni. Un po’ mi riposo, e un po’ lavoro per organizzare una cooperativa di risparmio e credito in mezzo a quegli indigeni che parlano un po’ di spagnolo. Non potete immaginare quanto sono care e buone queste anime! Sono convinta che loro hanno più profondità di pensiero e più bontà di noi, che ci teniamo tanto alla nostra civiltà e formazione cristiana… Il giorno dell’Immacolata hanno fatto la comunione 2.780 indigeni, arrivati dai posti più lontani; certuni avevano camminato tra le montagne quattro ore. Mi trovo spesso le Suore della Annunciazione, che hanno qui un collegio per gl’indigeni e una clinica. Guardate che bello: il Parroco è medico clinico e oculista, così che guarisce l’anima e il corpo di questa buona gente. Quanto c’è da fare! Il Parroco mi dice : “Lei deve stare sempre qui. Non vede quanto bisogno?”. Vorrei che fossimo tante. Anche le consorelle, vedendo il campo immenso di apostolato, dicono ugualmente e si donano con tanta generosità. Pregate perché possiamo diventare tante, generose, brave paoline in modo da arrivare come il nostro Padre a tutte le genti. La nostra vocazione è bella se viviamo intensamente nello spirito paolino: “ vivere di Cristo per darlo alle genti”, con la nostra continua testimonianza in mezzo al mondo. Sapete che cosa mi ha detto il Papa prima di partire? (A Roma, fu ricevuta in udienza privatissima dal Papa) ha detto: “ Tutti i Religiosi sono chiamati ad essere la luce del mondo e il sale della terra; ma per voi questa è la vostra speciale vocazione, essere luce e sale del mondo”. Congiunse le mani e proseguì: “ Mi raccomando, figliuola, date buon esempio, date tanto buon esempio!”. Dobbiamo ringraziare il Signore per averci dato, nel nostro amatissimo Primo Maestro, un fedele ascoltatore della volontà di Dio per la Chiesa del mondo d’oggi. Prima di partire da S: Salvador, avevamo finito una settimana di studio con le Suore, 170 religiose riunite. Noi Annunziatine, collaborando coi Vescovi, abbiamo avuto il compito di organizzare questa settimana, con la presidenza del Comitato. E’ stato un lavoro bellissimo; ALLA FINE, TUTTE LE Suore hanno eletto all’unanimità noi alla presidenza del comotato permanente. Ecco in pratica “ la donna associata allo zelo sacerdotale”, come vuole il Primo Maestro. Ma voi conoscete meglio di noi la bellezza della nostra vocazione, perché siete più vicine alla Fonte. Ci sentiamo tante unite a voi; seguiamo le notizie attraverso la circolare Siate Perfetti, che leggiamo sempre e attendiamo con ansia. Ringraziamo quante ci hanno scritto: a quelle a cui non abbiamo risposto, intendiamo rispondere con questa lettera. Auguri a tutti di sempre nuove grazie spirituali, e di tanta generosità e donazione; specie un saluto a quelle che ho conosciuto personalmente. Firmato: Annunziatine di S.Salvador ( sicuramente è una lettera scritta da Maria Pilar) |
Circolare Febbraio 1970 LE 15 DI EL SALVADOR Da tempo desideravo informarvi sul Gruppo di Nunziatine della Repubblica di El Salvador, nel centroamerica. Ecco una relazione di Maria del Pilar, che molte di voi ricordano. La relazione è breve, ma eloquente; e da molte parti sono stato informato di quanto il nostro Gruppo faccia del bene e goda massima stima, da parte del clero e del popolo. Certo è un Gruppo che ha una fisionomia tutta particolare: come vedrete, vivono in vita comune. Si dedicano molto ad attività di carattere religioso e sociale; nei periodi di massimo lavoro pastorale (ad esempio per Pasqua) vanno nelle campagne, in missione nelle parrocchie povere e abbandonate. L'anno scorso Maria con altre due è andata in una parrocchia in cui da 80 anni non metteva piede nessun Sacerdote. Potete immaginare quello che c'era da fare: tutto. E hanno dovuto fare anche un po' da Sacerdoti e quasi quasi anche da Vescovi... Don Amorth Stato personale Professe: Anna Romero Diaz, Irene Osorio, Socorro Clotilde Munoz, Maria del Carmen Sandoval, Maria del Pilar Mancenido (Luisa). Novizie: Antonietta Alvarez, Marianna Tobar, Gloria Alvarenga. Postulanti: Olga Villalta, Sara Torres, Orbelina Galdamez, Paola Pineda, Angelita Tenorio. Simpatizzanti: Teresa Galindo, Marta Alvilés. Vita comune Viviamo in due gruppi comunitari. L'uno nella città di San Salvador, capitale della Repubblica di El Salvador, e l'altro nella città di Managua, capitale della Repubblica del Nicaragua. Tre professe, tre novizie, due postulanti e due simpatizzanti abitano a San Salvador. Due professe e tre postulanti a Managua. A San Salvador, che consideriamo il centro, ci raduniamo tutte, due volte l'anno. |
Da San Salvador Molto cara e stimata Angelina, Attraverso la presente ti inviamo il nostro fraterno saluto, e il nostro maggiore desiderio che ti trovi bene e in buona salute in compagnia di tutti i tuoi. Riguardo a Maria Pilar, o María del Pilar Manceñido Clavero Anunciatina, è deceduta nell'anno 1990. Durante l'anno 1989 le scoprirono un tumore cerebrale e fu operata quello stesso anno, ma il tumore risultò maligno e ricadde all'anno seguente. Morì il 7 di Agosto del 1990, alcuni giorni prima di compiere 60 anni di vita, il 24 agosto. Per l'Istituto fu una perdita irreparabile, poiché era stata la fondatrice delle Anunciatinas in El Salvador, Centro America.
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Arcivescovo di San Salvatore. Quelle che siamo lavoriamo in tre campi: Pastorale sociale, pastorale parrocchiale ed in Librerie fino a che Dio ci chiami. Sento per il momento di ringraziare per la finezza della tua comunicazione,ti ricordo e saluto distintamente in Santa María dell'Annunciazione. Rinnoviamo i nostri saluti sperando di comunicare nuovamente. Affezionatissima in Cristo Maestro e María Regina degli Apostoli. Annunziatina Irene O.H. 3 Giugno 2004 |