Alla Madonna del Fogarino

E’ accaduto all’improvviso
che ho fissato il tuo bel viso
soave Madonna del Fogarino.
Per grazia divina s’è dissipata
la disarmonia del pensiero
e lo smarrimento del cuore.

M’addolora non averti parlato
ai tempi del grano maturo
dei nostri campi arati di fresco
delle vigne ricolme d’uva.
Ma tu con materna premura,
benigna, m’hai sempre guardato.

Dalla nicchia di cielo dipinta
sulla facciata dell’antica casa
di bianco vestita, di veli fasciata,
assorta nel mistero del Figlio
la tua fedeltà s’è consumata
tra profumo di rose e di gigli.

Fil rouge di sofferte storie
così vive nella memoria
hai legato, con arte, gli istanti
di dolci età che si sono escluse:
l’esuberante giovinezza
la consapevole maturità.
Di quello che resta del giorno
ti faccio dono Vergine Maria;
del debito contratto, vivendo,
ottienimi perfetto perdono;
che sia tranquilla la sera
nella cornice d’una preghiera.

Dà pace ai”Redentor” che non sono,
a quelli non sazi di giorni,
alla gente che mi sta d’intorno.
Ai germogli fioriti, al seme
caduto in terreno fecondo
assicura un futuro di speme.

(2006)

La mediazione di Maria

Nella dolce cornice
di nozze festose
il primo visibile
evento di grazia.
Protagonista Gesù
che da spazio
alla donna.
Per privilegio divino
è Lei la più forte.
Le apre la porta
l'intuizione
del disagio
e la fitta nel cuore.

 

Un dialogo serrato
col Figlio
e la resa totale:
"Fate quello
che vi dirà".
Si consuma
in un battito d'ali
la mediazione
amorosa
della Madre.

Chiavi dell'amore
inesprimibile:
percepire - sentire
lasciarsi trapassare;
esercitare con determinazione
il potere del servizio;
aspettare pazientemente
che la nave
tocchi il porto.

Nell'arco della vita
ho sofferto la fatica
del vivere e del morire
della mia gente
e il desiderio della felicità
spezzato sul nascere.
Non chiedetemi
il costo della condivisione.
Fermatevi piuttosto
a contemplare la Madre
ai piedi della croce;
a contemplare il Figlio
che ne abbraccia lo sguardo.

(2005)

Alla Vergine Madre

Nell'ora più cruenta
nel buio più totale
uno squarcio di luce
e l'annuncio a sorpresa
di nuova maternità.
"Donna ecco tuo figlio,
Figlio ecco tua madre".

Vorresti piangere Maria
la tua morte violenta;
ritessere la trama
che ti rese madre
del più bello dei figli;
ritrovare i ricordi
su sentieri inpercorribili.

Ma tu non sei per te stessa:
sei la Vergine Madre.

Lontana è la memoria
nei discepoli
della divina chiamata
sulle rive del lago,
troppo amaro il sapore
della promessa svanita
d'un regno di pace.
Nell'intimità della casa
raccogli lo smarrimento
di quegli umili cuori ;
vorresti farti coppa
che accoglie le paure;
indicare la speranza
che fiorisce dal sepolcro vuoto.

Perchè tu non sei per te stessa:
sei la Vergine Madre.

 

All'improvviso nel Cenacolo
i segni della Presenza
dell'infinito Amore.
Tu conosci Maria
la forza di quel vento.
Tu hai sentito sulla pelle
il calore di quel fuoco.

Ma ancora come allora
la domanda ti ferma
sulla soglia: "Come?"
Non temere Maria:
il Signore ti ha scelta.
Tu sei madre di tutti
Madre per sempre.

Oggi sento con forza che sei anche per me
la Vergine Madre.

(2006)

Anch'io ho un sogno

Sogno una Chiesa
Che dubita di se stessa
Nel porgere la Verità
E sa coniugarla
Con la carità di Cristo.

Sogno una Chiesa
Che fonda il suo potere
Nell'umile servizio
E la sua giustizia
Nella grazia che salva.

Sogno una Chiesa
ricca di misericordia
Che sa trovare sempre
Delle buone ragioni
Per dare il perdono.

Sogno una Chiesa
Senza privilegi
Nel nome di un Dio
Venuto ad abitare
Tra noi, nella carne.

Sogno una Chiesa
Che si compromette
Con peccatori e prostitute
Proclamandone il primato
Nel regno dei cieli.

Sogno una Chiesa
Sttestata sulle frontiere
Della libertà
Che sa difendere
Con le nude armi della pace.

La mia Chiesa
E' universale. Cammina
Sulle strade del mondo
Annunciando la salvezza
Per ogni uomo.

La mia Chiesa
Guarda al futuro
Nel segno della speranza
E veste ogni mattina
Gli abiti della festa.

La mia Chiesa
Ha la fermezza
Della Vergine Maria
E la tenerezza
Del suo cuore di Madre.

(2006)

Destino di donna

Ave Maria, figlia dell'Eterno Padre
che in te ha posto la sua compiacenza.

Fanciulla piena di grazia,
modello di belle virtù,
nell'umile villaggio di Nazaret
compisti le cose più semplici
col tocco della preghiera.
Raggiunta da raggio divino
vedesti il disegno del Padre
sul tuo destino di donna.
Tremò la carne;
esultò l'anima.

Ave Maria, sposa dello Spirito Santo
che ti adombrò con la sua potenza.

Giovane vibrante in attesa
del compimento di un sogno,
nell'intimità della casa
tessesti il corredo di sposa
col profumo della bontà.
Accesa da fiamma d'amore
vedesti nel volto lo Sposo
che ti preferì tra le donne.
Tremò la carne;
esultò l'anima.

Ave Maria, madre del Verbo di Dio
che s'incarnò nel tuo seno di vergine.

Tenera madre d'un figlio
che non t'appartenne nel tempo
come fu per le altre donne.
Nelle dimore più insolite
formasti con cura il suo corpo
e saggia plasmasti la mente.

Ferita da spada mortale
nell'ora più buia del giorno
udisti il suo grido: Più forte fu il tuo.
Tremò la carne;
esultò l'anima.

Ave Maria, donna della Trinità
che ti fece spazio nell'eterna armonia.

Madre di figli smarriti
su strade sassose ed impervie
fosti compagna di viaggio
nel breve cammino terreno.
Ed ora intercedi per tutti.
Assunta al trono di gloria
vedesti il mistero d'amore
del Dio unico e trino.
Si sciolse per sempre il tremore
nel libero canto dell'anima.

(2006)

Il mio Benedetto

Benedetto chi mi ha appreso nella prima età
le parole di salvezza dell’Ave Maria
e le dolci invocazioni della Salve Regina.

Benedetto chi, nell’adolescenza e giovinezza,
mi ha indicato, nella Vergine Maria,
la strada sicura per giungere al Figlio Gesù
e benedetto chi, in ogni tempo,
mi ha aperto la mente e il cuore
alla bellezza del trascendente.

Benedetto chi mi ha raccontato
che il Padre ha compiuto cose grandi
nella Vergine Maria per la sua umiltà
“Ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote”,

Benedetto chi mi ha accostato alla Parola
dove la storia di Maria è scritta in codice:
Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo,
prediletta del Padre, tempio dello Spirito Santo,
insieme e congiunta nella stirpe di Adamo
con tutti gli uomini bisognosi di salvezza.

Benedetta la Chiesa del Concilio Vaticano II
per avere esaltato il ruolo di Maria
nell’economia della salvezza
e avercela data come modello insuperabile
dell’amore materno verso ogni creatura.

Benedetto il Beato Giacomo Alberione
per averla eletta patrona dell’Annunziatina
e per aver fatto dell’annunzio
il fondamento della sua vocazione,
perché nessuna notizia fu più provvida di questa
per la travagliata umanità.
E benedetto per avermela data come madre,
maestra e regina:
Lei Madre… e io figlia, senza timori;
Lei Maestra… e io discepola nella luce;
Lei Regina… e io prigioniera delle sue cure.

Benedetto chi ha posto nelle mie mani
il Rosario, la sola arma che non distrugge
e mi ha insegnato che ogni ora è favorevole
per contemplare, nei misteri, la vita del Figlio.

Benedetto chi mi ha illuminato
sul dolce atto di affidamento a Maria:
a farmi precedere da Lei in ogni azione,
a chidere aiuto in ogni difficoltà,
a farmi sostituire nelle imprese impossibili.

Benedetto chi me l’ha mostrata “ritta”
sotto la croce
perché in quell’insostenibile dolore
ci è diventata madre e corredentrice.

Benedetto chi l’ha associata alla mensa del pane
per aver preparato il corpo della vittima pasquale.

Benedetto Papa Giovanni Paolo II
per aver onorato in lei il genio
creativo della donna
e avere offerto un’esaltante chiave di lettura
per comprendere l’altra “metà del cielo”.

Benedetta la piccola Bernadette per il grazie a Maria:
per quando è venuta, per quando si è sottratta
alla sua vista: non ho conosciuto un grazie
più sofferto e più amoroso, nell’attesa
del grande abbraccio.

Benedetta la fantasia dei santi che per tutta la vita
ci hanno cantato le virtù e i meriti di Maria;
degli artisti e dei poeti che in parole
e in immagini hanno scritto un poema
di inesauribile bellezza.

Benedetto chi ha costruito i luoghi
dove pregarla, venerarla, implorarla
e nel silenzio adorante contemplare
le meraviglie operate in lei dal Padre.

Benedetto chi reciterà per me e con me l’Ave Maria
per facilitarmi il distacco da questa terra,
tanto dolorosa, eppure così amata.

Benedetto chi mi ha dato appuntamento
 presso il suo trono di gloria
per cantare, con la mia gente, una lode perenne
all’amabile Santa Trinità,
da cui ha avuto origine la mia vita
e in cui spero di riposare
nella ritrovata pace.

(2006)

 

Continua...